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al Consorzio “Friuli Colli Orientali e Ramandolo”
Tasting Academy

Tasting Academy: la più profonda degustazione del territorio dei Colli Orientali del Friuli.
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I Comuni dei Colli Orientali del Friuli
ATTIMIS
Il “Museo dei castelli”, inaugurato nel 1999, è il fiore all’occhiello di questa località, nel quale sono raccolti i reperti di numerose campagne di scavo condotte negli anni ’90 nei siti fortificati di Attimis inferiore, Attimis superiore e di Partistagno. In questa località, i suggestivi resti di un famoso castello risalente al 1100 e distrutto un secolo dopo per ordine dell’imperatore di Germania che volle abbattere la resistenza dell’omonima famiglia feudale, sono stati recentemente ristrutturati e resi visitabili.
BUTTRIO
Documenti precedenti l’anno Mille fanno risalire le origini di Buttrio agli anni compresi tra l’800 e il 900, anche se un insediamento romano rinvenuto in località Caminetto prova che queste colline i primi rilievi a sud-est di Udine, sulla direttrice per Gorizia furono abitate fin dai tempi più antichi. Certo è che nel corso della storia la vita dei suoi abitanti fu turbata da diverse invasioni barbariche prima e da guerre tra le nobiltà feudali poi.
CIVIDALE DEL FRIULI
Anche se l’atto di nascita di Forum Julii è datato 53 a.C, la storia della città che poi sarebbe divenuta l’odierna Cividale va molto più indietro nei secoli: lo proverebbero l’Ipogeo Celtico, testimonianza dell’insediamento dei Gallo Celti tre secoli più indietro, i reperti della civiltà paleoveneta, risalenti al sesto secolo avanti Cristo, e tracce di presenza umana fin dal neolitico.
Per la sua posizione strategica, allo sbocco della valle del Natisone, Forum Julii da piccolo insediamento militare divenne in breve vera e propria città, e successivamente alla caduta di Aquileia (451 d.C.), divenne il più importante centro della regione alla quale diede il nome Friuli.
CORNO DI ROSAZZO
Due essenze vegetali che qui anticamente dovevano essere molto diffuse, il corniolo e la rosa, potrebbero aver dato il nome a questa località, ubicata allo sbocco della valle del torrente Corno, affluente dello Judrio.
Le prime notizie certe sono di epoca romana, trovandosi Corno sull’asse di una strada che congiungeva il porto di Aquileia con la Pannonia, attraversando Cormòns, Cividale e le Alpi Giulie. Anche qui, si presume che prima delle legioni di Cesare vi fossero insediamenti di popolazioni celtiche, furono tuttavia i Romani come in molte altre località dei “Colli Orientali del Friuli” a sviluppare la coltura della vite, che oggi prospera sulle pendici di Noax e Gramogliano.
FAEDIS
Il toponimo Faedis (da fagetum, bosco di faggi) ed un sesterzio di Domiziano venuto alla luce intorno al 1930, mentre erano in corso gli scavi per l’edificazione della nuova chiesa, fanno ritenere probabile l’origine romana di questa località, menzionata tuttavia per la prima volta intorno all’anno 1000. Nei dintorni, reperti storici di grande suggestione: spiccano i resti di ben tre castelli d’epoca medievale, Zucco, Cuccagna e Soffumbergo, ma tra il verde dei boschi e dei vigneti, intercalati dai i mille torrenti che scendono dalle colline, si trovano anche le vestigia di fortificazioni medievali e qualche interessante esempio di architettura rinascimentale.
MANZANO
Posta sulle rive del Natisone, circondata di colline verdeggianti, Manzano può giustamente essere orgogliosa della propria produzione vinicola, ed in particolare di quello che è uno dei luoghi più significativi per la vitivinicoltura del Friuli: l’Abbazia di Rosazzo.
Splendido complesso architettonico risalente all’anno 1000, a più riprese distrutto e ricostruito, grazie all’opera di monaci benedettini e domenicani ha rappresentato in epoca medioevale uno dei pochi centri di conservazione del patrimonio viticolo locale.
NIMIS
Insediamento celtico fin dal terzo secolo a.C., sede di una importante fortificazione romana (Castrum Nemas) qualche decennio prima dell’era cristiana, Nimis può vantare con orgoglio uno degli edifici di culto più antichi di tutto il Friuli, la Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, costruita intorno all’VIII secolo e riedificata nella forma attuale tra l’XI e il XII secolo.
Nella zona compresa fra Nimis e Tarcento i vigneti sono posizionati sulle soleggiate colline friulane. Qui viene prodotto il Ramandolo D.O.C.G., un vino bianco da meditazione decisamente particolare: elegante, profumato, di grande corpo con una perfetto equilibrio tra acidità, dolcezza e tannino.
POVOLETTO
Povoletto è un comune piuttosto esteso, che confina a sud-ovest con la città di Udine e si sviluppa sulle due sponde del torrente Torre, prima in pianura – con il capoluogo e le frazioni di Salt e Grions – per poi salire dolcemente a nord-est, dove i piccoli borghi sono addossati alle fertili colline. Lontano dalle vie di grande traffico, e tuttavia ottimamente servito dalla viabilità locale che porta a Udine e a Cividale, Povoletto è al centro di un paesaggio silenzioso e riposante, allietato da numerosi corsi d’acqua che scendendo dai rilievi vanno a gettarsi nel torrente Torre.
Non è chiaro se il nome Povoletto derivi da “pioppeto” (bosco di pioppi) o dal latino pabuletum (pascolo); lo stemma comunale, con i suoi tre pioppi, sposa la prima delle due ipotesi. I ruderi del castello di Savorgnano testimoniano che la sua origine è comunque anteriore all’anno 1000.
I boschi e i prati che hanno dato il nome alla località ci sono ancora, ma hanno lasciato ampio spazio alla più redditizia coltura della vite; specie nelle località di Magredis, Ravosa, Savorgnano, Bellazoia e Marsure dove si producono anche ottimi distillati.
PREMARIACCO
L’origine più accreditata del nome Premariacco lo fa derivare da “Praedium Mari”, ovvero “possesso di Mario”. Si chiamava Mario – secondo la leggenda – uno dei soldati romani (poi trasformatisi in pacifici coloni) che presidiavano il ponte sul Natisone, fondamentale accesso da sud per Cividale; ponte ancor oggi chiamato “Ponte Romano”, che attraversa il fiume dove si incassa tra le rocce, in un contesto ambientale (il tratto meridionale della forra del Natisone) di eccezionale bellezza [continua…]
PREPOTTO
Il comune di Prepotto, e situato sulle colline a sud-est di Cividale, a ridosso del confine con la Slovenia. Qui si erge, a quota 618, il celebre santuario mariano di Castelmonte. L’edificio sacro che sovrasta il borgo fortificato di origine medievale è ancor oggi meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli, provenienti da tutto il Friuli e dalle regioni limitrofe.
Attualmente nel comune di Prepotto e nella vicina frazione di Albana viene coltivato lo Schioppettino, vitigno autoctono friulano originario proprio di questa zona.
REANA DEL ROJALE
Il comune si affaccia sulle Prealpi Carniche e Giulie ed è costituito da otto nuclei abitati: Reana, Qualso, Zompitta, Cortale, Vergnacco, Valle, Remugnano (sede municipale), Ribis, Rizzolo.
Nel territorio è ricordato nel XIII secolo un insediamento con il nome di Verniacum, corrispondente all’attuale frazione di Vergnacco. La chiesa, dedicata ai Santi Tommaso e Marco è attestata come esistente in un documento del 1360.
SAN GIOVANNI AL NATISONE
Anche se non vi sono prove scientifiche, è tuttavia quasi certo che già in epoca romana vi fossero in questo territorio, attraversato dalla strada che da Aquileia portava a Cividale, due insediamenti (luoghi di sosta) di una certa importanza. Di uno, Modoletto, resta solo il nome, ricordato in antichi documenti d’epoca patriarcale. Il secondo, che fa la sua comparsa nella storia grazie ad un documento del 1070, quando i “colli di San Giovanni” furono donati dal Patriarca di Aquileia all’Abbazia di Rosazzo, è l’odierno S. Giovanni al Natisone, centro importante per la lavorazione del legno e per una produzione vitivinicola di grande qualità
TARCENTO
Adagiata sulle pendici dei monti Chiampon, Stella e Bernadia. Tarcento è situata ai limiti settentrionali del comprensorio dei “Colli Orientali del Friuli”. Tra il filo azzurrino della catena dei Musi e il chiaro nastro del torrente Torre, la “perla del Friuli”, come à stata felicemente chiamata, è incastonata tra colline ricche di vigneti e di boschi, sparse di borghi dove la gente conserva gusto e valori, linguaggio e tradizioni riconoscibili e genuini. Per la piacevolezza del clima, il tarcentino ha rappresentato sempre un luogo di villeggiatura ideale per chi ama la campagna.
I segni del passato (il nome di Tarcento è documentato dal 1126 in alcuni documenti relativi a una donazione feudale, ma tracce preistoriche e poi romane si trovano in vari siti) impreziosiscono un ambiente ricco di attrattive naturali. Il “Cjscjelat” (castellaccio) sul colle di Coia ed il borgo di Villafredda a Loneriacco ricordano il periodo medievale.
TORREANO
Se Cividale del Friuli, dalla quale dista pochi chilometri, fu fondata da Giulio Cesare, è altamente probabile che Torreano ebbe una nascita analoga, quando il territorio fu affidato a un centurione romano, di nome Taurius, al quale – come gli altri centurioni e militi divenuti coloni – era affidato il compito di presidiare la zona e, nel contempo, di fornire sussistenza (coltivando frumento, viti ed olivi) a Forum Julii. A conferma di questa vocazione agricola sin dall’antichità sono stati ritrovati, in località Canalutto, reperti d’epoca romana, tra cui una macina per il grano. Reperti molto più antichi – testimonianza di insediamenti umani del Neolitico, del Bronzo e dell’Età del Ferro – sono stati rinvenuti nelle grotte a nord della frazione di Prestento.
TRICESIMO
Situata ai piedi delle prime colline moreniche formate dall’antico ghiacciaio del Tagliamento, Tricesimo conserva nel nome l’origine romana con Ad Tricensimum lapidem, letteralmente alla trentesima pietra miliare. Il nome identificava quindi il primo posto di sosta situato al trentesimo miglio lungo la via che da Aquileia portava a Julium Carnicum, oggi Zuglio, e al Norico, via consolare chiamata via Julia Augusta sulla quale due località oggi ricordano le antiche stazioni: Terzo, a tre miglia romane da Aquileia, e Tricesimo, a trenta.
Nei secoli Tricesimo passò sotto il Patriarcato di Aquileia, divenne poi feudo dei Conti Valentinis fino alla conquista napoleonica e da allora seguì le vicende del resto del Friuli.
La zona dei Colli Orientali del Friuli
