Il Consorzio tutela vini “Friuli Colli Orientali e Ramandolo” è nato – tra i primissimi in Italia – nel 1970. Sono ormai trascorsi diversi decenni, ed è proprio in questo arco di tempo che la viticoltura di queste zone si è notevolmente potenziata, imponendosi a livello nazionale ed internazionale.
Tale crescita è coincisa in molti casi con il passaggio generazionale, da agricoltori nati nella prima metà del secolo (per i quali il vino era solo uno tra i prodotti che concorrevano al reddito complessivo dell’impresa familiare) ai figli che hanno saputo trasformare l’attività dei padri in imprese vitivinicole modernamente attrezzate e strutturate, mettendo a frutto il prezioso patrimonio di conoscenza del territorio e della sua vocazione vitivinicola tramandato da generazioni.
In questa fase di sviluppo, significativa è stata l’attività di formazione, informazione, assistenza tecnica e promozione svolta dal Consorzio parallelamente a quello istituzionale di vigilanza e tutela sull’utilizzo della DOC.
Oggi il Consorzio riunisce poco meno di 200 soci, dei quali circa i 3/4 sono imbottigliatori. Dai loro vigneti (2.100 ettari iscritti all’albo) producono oltre 80 mila ettolitri di vino DOC, dei quali almeno il 30 per cento viene commercializzato all’estero.
Un’esportazione destinata prevalentemente ai paesi europei, ma che non esclude paesi quali gli Stati Uniti o il Giappone. Austria e Germania restano mercati importanti dove il Consorzio organizza periodicamente presentazioni e degustazioni particolarmente apprezzate dai soci e dal pubblico.
Un’attività promozionale coordinata da un piccolo “staff” che, dal 2014, ha la fortuna di operare in una sede autorevole, una Villa storica a Corno di Rosazzo, chiamata Villa Nachini – Cabassi (1720 d.C. circa) che è annoverata tra le prime Ville venete in Friuli, la cui peculiarità è data dall’architettura appartenente all’alto medioevo che le conferisce un’unicità quasi impareggiabile nel suo genere – nella quale i turisti alla ricerca di materiale informativo sui vini dei Colli Orientali non mancano di sostare un momento, guardando con ammirazione i muri di pietra e le aggraziate colonne, perfettamente conservati e restaurati.
