Lo staff tecnico del Consorzio oltre all’assistenza tecnica alle aziende associate nel corso degli anni ha intrapreso una serie di progetti per fornire delle indicazioni tecniche per portare soluzioni a delle problematiche evidenziate dai produttori.

Di seguito si riportano gli abstract delle pubblicazioni di tali progetti con i riferimenti degli autori e degli articoli.

Effetto della sfogliatura e dell’acido gibberellico nei confronti della Botrytis cinerea

Il Pinot grigio è una varietà di vite caratterizzata da un grappolo molto compatto a buccia sottile, ed è pertanto molto sensibile a Botrytis cinerea. Alcune sperimentazioni, che volevano testare l’utilizzo di acido gibberellico nelle prime fasi della fioritura per ridurre la compattezza del grappolo e di una sfogliatrice di tipo pneumatico per eliminare i residui fiorali, sono state effettuate nel periodo 2003-2008 in diverse realtà aziendali del Friuli Venezia Giulia. I risultati ottenuti hanno evidenziato come l’acido gibberellico abbia determinato una riduzione del numero di bacche per grappolo, mentre la sfogliatura pneumatica abbia permesso di migliorare il microclima del grappolo. Entrambe le tecniche si sono dimostrate efficaci al fine di ridurre l’incidenza della botrite.

Pubblicazioni:

– Bigot G., Ostan M., Sandra M., Degano F., Chiavoni A., Paladin M., Fabbro A., Malossini G., Colussi G. e Sivilotti P. (2008). Difesa nei confronti di Botrytis cinerea su Pinot Grigio: effetto della sfogliatura e dell’acido gibberellico. In Atti Giornate Fitopatologiche 2008. A. Brunelli et al. (Eds). Vol. II, pp. 353-359. Cervia, Italy.

– Sivilotti P., Fabbro A., Masotti M., Bigot G. e Degano F. (2012). The effect of gibberelic acid on cluster compactness: results over 8 years of trials. In 4. slovenski vinogradniško-vinarski kongres z mednarodno udeležbo. D. Rusjan et al. (Eds.). pp. 73-78. Nova Gorica. Slovenia.

Concimazione fogliare con azoto e zolfo: effetti sulle proprietà sensoriali dei vini Sauvignon

L’aroma dei vini Sauvignon è caratterizzato dalla presenza di due classi di composti: le metossipirazine ed i tioli, questi ultimi derivanti dal metabolismo degli aminoacidi solforati. Nel 2005 parte una sperimentazione volta ad evidenziare l’effetto della nutrizione minerale sull’aroma dei vini Sauvignon. Con la collaborazione di 13 aziende vitivinicole, sono stati selezionati 14 vigneti distribuiti in maniera omogenea in tutto il territorio consortile al fine di rappresentarne la variabilità. In 3 anni, sono state raccolte misure relative allo stato nutrizionale del suolo e della pianta, alla produttività, alla qualità delle uve, nonché alla qualità sensoriale dei vini. Dopo il primo anno di monitoraggio in campo, nel biennio 2006-07 sono state impostate alcune prove di concimazione al fine di verificare come azoto e zolfo potessero influenzare la qualità delle uve e dei vini Sauvignon in particolare per quanto riguarda le componenti tioliche.

Dall’analisi degli elementi minerali, sono emerse interessanti correlazioni positive tra i contenuti di azoto e zolfo nelle foglie e nelle bacche. All’aumentare della dotazione azotata delle foglie, lo stesso elemento nei piccioli e nelle bacche aumenta inizialmente, raggiunge un massimo e poi si riduce drasticamente. Tale informazione, testimonia che la disponibilità azotata, documentata dal livello nutrizionale delle foglie, può risultare interessante per migliorare la dotazione dell’elemento stesso anche in bacche e piccioli solo sino a determinati livelli, oltre i quali si ricade nell’eccesso, che risulta pertanto negativo e qualitativamente penalizzante. Ad ulteriore supporto di questi dati, la degustazione dei vini prodotti in 3 campi sperimentali con bassa vigoria ha evidenziato un miglioramento delle proprietà organolettiche con una concimazione fogliare a base di azoto e zolfo.

Pubblicazioni:

– Bigot G., Degano F., Chiavoni A., Paladin M., Visintin A., Battistutta F., Tat L., Brotto L., Martellos S., Pivetta F., Porro D. e Sivilotti P. (2009). Zolfo e azoto per aromi al top. VQ Vite Vino & Qualità. 5(7):20-26.

– Bigot G., Sivilotti P., Degano F., Chiavoni A., Paladin M., Battistutta F. e Porro D. (2012). Concimazione fogliare con azoto e zolfo: effetti sulle proprietà sensoriali di vini Sauvignon prodotti nella zona D.O.C. Colli Orientali del Friuli. In Acta Italus Hortus. S. Pedò & D. Porro (Eds.). 19(3):548-554.

Effetto della concimazione fogliare con potassio e magnesio per la riduzione del disseccamento del rachide

Nelle settimane precedenti la maturazione, sporadicamente si notano sui grappoli degli appassimenti che possono interessare anche porzioni importanti del grappolo e che sono riconducibili alla fisiopatia che prende il nome di disseccamento del rachide. A partire dal 2009, sono state effettuate delle prove di concimazione fogliare applicando magnesio e potassio da soli o in combinazione al fine di mettere a punto un protocollo efficace per la gestione del disseccamento del rachide. La prova è stata condotta su Refosco dal Peduncolo Rosso, in 4 vigneti selezionati all’interno del territorio del Consorzio.

Esaminando la composizione in elementi minerali a livello sia di picciolo che di bacche, si evidenziano alcune differenze sia nel confronto tra i vigneti che tra le tesi di concimazione fogliare. I trattamenti fogliari impostati non hanno permesso di ottenere delle chiare indicazioni relativamente ai cambiamenti di concentrazione degli elementi minerali né a livello di foglia né di bacca.

É emersa una grande variabilità tra le annate, probabilmente da mettere in relazione principalmente con la disponibilità idrica del terreno che notoriamente condiziona la mobilità e quindi l’assorbimento degli elementi nutritivi da parte della pianta. Nelle annate 2009 e 2011, caratterizzate da caldo estivo e scarsità di piogge soprattutto a ridosso della vendemmia, i trattamenti a base di potassio (da solo o in miscela con Mg) hanno permesso di ottenere i risultati migliori. Al contrario nel 2010, annata più fresca e densa di piogge, i risultati più soddisfacenti sono stati ottenuti con l’utilizzo del magnesio. Il potassio è un elemento minerale che facilmente viene adsorbito dai colloidi nel terreno e quindi, in mancanza di soluzione circolante, risulta poco disponibile per l’assorbimento radicale. Nelle estati piovose il potassio è più mobile e viene inoltre assorbito in maniera privilegiata rispetto ad altri elementi e quindi facilmente le piante incorrono in problemi di carenza di magnesio. Mentre i trattamenti con magnesio o potassio hanno evidenziato comportamenti diversi a seconda dell’annata, l’abbinata dei due elementi ha permesso di ottenere i migliori risultati in termini di riduzione del danno da disseccamento del rachide in tutte le annate ed in tutti i vigneti con un’efficacia media del 32.3% nell’anno 2009, 37.3% nel 2010 e del 55.5% nell’anno 2011.

Pubblicazioni:

– Degano F., Sivilotti P., Stocco M., Paladin M., Bigot G., Prete G., De Pauli P. Vicentini L. e Porro D. (2013). Disseccamento del rachide e concimazione fogliare. Risultati di tre anni di prove nei Colli Orientali del Friuli. VQ Vite Vino & Qualità 8(3):28-30.

– Degano F. e Sivilotti P. (2013). Mg and K against bunch stem necrosis. Vineyard Wine & Quality 1(1):8-10.

– Degano F., Bigot G., Paladin M., Stocco M., Vicentini L., De Pauli P., Prete G., Pivetta F. e Sivilotti P. (2014). Effetto della concimazione fogliare con potassio e magnesio per la riduzione del disseccamento del rachide. In Quaderni di Scienze Viticole ed Enologiche. Università di Torino. S. Cavalletto et al. (Eds.). 32:185-190.

L’induzione della muffa nobile su Verduzzo friulano: differenze territoriali e cambiamenti nelle proprietà organolettiche dei vini Ramandolo

Nel 2007 è iniziata una sperimentazione con l’intento di mettere a punto un protocollo per la produzione di uve botritizzate nella zona di produzione del Ramandolo.

I ottenuti seppure utilizzando una metodologia di botritizzazione non completamente precisa e codificata, mettono in luce come l’umidità relativa sia il fattore chiave per ottenere lo sviluppo della muffa nobile in fruttaio, e in annate piovose, la maggior parte delle zone dove si produce il Verduzzo friulano possono dare un buon risultato. Nelle annate più calde e siccitose invece, i risultati più interessanti si ottengono nei vigneti di pianura, dove l’acqua risulta più abbondante, e in quelli di media collina, soprattutto nel caso di esposizioni favorevoli (est) dove ristagnino costantemente delle sacche di umidità.

I risultati enologici ottenuti sia attraverso prove di microvinificazione che con vinificazioni aziendali hanno evidenziato le potenzialità della tecnica sulla qualità aromatica dei vini Ramandolo. Mentre le variazioni nel colore risultavano molto limitate, le proprietà sensoriali e gustative hanno evidenziato delle differenze apprezzabili. Il Ramandolo presenta un quadro sensoriale abbastanza limitato, per cui l’applicazione della botritizzazione ha portato ad un corredo olfattivo più ampio, sia per quanto riguarda gli aromi floreali (sambuco, gelsomino), che per il fruttato. In quest’ultimo gruppo di aromi spiccano l’arancia ed il cedro tra gli agrumi, l’albicocca tra i frutti a nocciolo, l’ananas e il mango tra i frutti esotici. I risultati fin qui ottenuti permettono di evidenziare le potenzialità applicative della botritizzazione su Verduzzo friulano, anche se molto deve essere ancora messo in campo per ottimizzare la tecnica ed esaminare i cambiamenti aromatici nei vini.

Pubblicazioni:

– Degano F., Bigot G., Paladin M., Vizzutti S., Comelli P., Stocco M. e Sivilotti P. (2014). L’induzione della muffa nobile su Verduzzo friulano: differenze territoriali e cambiamenti nelle proprietà organolettiche dei vini Ramandolo. Enologo 50(4):86-91.

– Degano F. e Sivilotti P.  (2014). Noble rot on Verduzzo friulano grapes and organoleptic properties of Ramandolo wines. Vineyard Wine & Quality 2(2):8-10.